Cos'è
Cap d'Any - Madame Bovary
Martedì 5 gennaio 2016, ore 20.30 | Teatro civico, Alghero
La conoscono tutti, anche chi non ha letto il romanzo che porta il suo nome. Su di lei sono stati realizzati film e spettacoli teatrali. Su di lei hanno scritto canzoni, saggi, studi, parodie, imitazioni.
Il suo nome ha definito una malattia dell’anima: il bovarismo. La sua personalità supera i confini del romanzo che la contiene. Madame Bovary è l’amante, la romantica, la sognatrice, la madre che non vuole essere madre, la moglie che non vuole essere moglie, l’idealista, l’insaziabile, la squilibrata, l’insoddisfatta, l’entusiasta, la depressa, la donna senza speranza, la gran dama, la contadina, la donna alla moda, la puttana, la donna in fuga dalla realtà, che desidera sempre essere diversa da ciò che è, la donna che rovina se stessa, consapevolmente, ma senza potersi fermare, la donna che insegue la vita, che non si accontenta, che vuole di più, la donna che mente, anche a se stessa.
Madame Bovary era Flaubert. Madame Bovary sono io. Madame Bovary sei tu.
Quando immagino Madame Bovary vedo una donna che ha fame, vedo una donna drogata di desiderio. La sua droga non sono gli oggetti, la sua droga è l’immagine, la visione, il sogno di ciò che non possiede. Lei vede qualcosa che non ha, lo desidera e corre. Se può permettersi di comprarlo lo compra. Se non se lo può permettere s’indebita e lo compra lo stesso. Se non può comprarlo neanche indebitandosi fino al collo si ammala di desiderio e d’invidia. Il desiderio l’avvelena, ma nello stesso tempo la rende viva.
Lei vuole l’impossibile e questo la rende viva, perché i desideri realizzati sono desideri morti.
Ho cercato di costruire uno spettacolo nudo e diretto, che parlasse di desideri compulsivi e del loro fallimento. Ho scelto il momento che va dall’avvelenamento di Emma fino alla sua morte, il momento in cui i debiti fatti per costruirsi una vita vanno pagati.
Tutta la scena è una pedana lunga e stretta, quasi un molo, un corridoio senza porte o vie d’uscita, dove Madame Bovary può solo aspettare qualcosa che non arriva. Alle spalle del pubblico c’è un obiettivo che lei non può raggiungere, e in mezzo un marito, degli amanti, una vita che si deve spostare, togliere di mezzo per farle raggiungere ciò che desidera: morire e, insieme, vivere a Parigi.
Vincitore Stazioni d’Emergenza – Atto VI
Drammaturgia e regia: Luciano Colavero. Con Chiara Favero. Scene Alberto Favretto, Marcello Colavero. Produzione Strutture Primarie. Powered by SMartIT.
Un ringraziamento speciale a Fondazione Luigi Mercantini, Spazio Aereo, Arti e Spettacolo, Eventi Arte Venezia, KanterStrasse/Valdarno Culture.
INGRESSO: 5.00 €
Inscena-T - rassegna di nuovo teatro a cura di Spazio T